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Manager mediocri e manager di successo

Il manager è un professionista che usa le sue competenze per trasformare risorse esterne a sé in prodotti adatti alla vendita.

In ogni campo della società questa professione risulta utile, perché dovunque ci siano delle idee il manager è colui che le fa conoscere al mondo, che le promuove, che convince le persone del potenziale insito in queste idee. Per esempio un ricercatore competente in campo scientifico, nonostante il suo lavoro non abbia nulla a che fare con la professione manageriale, dovrà affidarsi al manager perché il prodotto della sua mente, la sua idea innovativa, venga immessa sul mercato. In una società ideale per ogni professione vi è un manager che agisce come intermediario tra il prodotto di tale professione e il resto della società.

La mediazione è, dunque, l’attività principale del manager, che fa da tramite nel percorso che porta dalle risorse al prodotto finale. Non basta, però, essere un manager per essere un bravo manager, nel senso che molti professionisti di questo tipo, nonostante siano altamente competenti, tendono a rimanere all’interno degli schemi loro imposti dall’azienda, dalla società o da qualunque organizzazione alla quale appartengono. Il risultato di un comportamento del genere è un manager mediocre, competente ma non competitivo professionalmente. Il manager di successo, invece, non deve limitarsi a operare all’interno delle linee guida che i suoi superiori gli forniscono, ma deve provare a produrre delle idee creative e innovative che escano dagli schemi. Molti studi condotti in questo ambito sono stati rivolti nella direzione della personalità del modello vincente di manager.

È emerso che il manager vincente non è solo innovatore, creativo, fantasioso e coraggioso. Vi è un’altra fondamentale caratteristica che gli permette di fare quel passo in più che lo porta a essere da una persona mediocre a una persona nota: la leadership. Un professionista di successo non è semplicemente attratto dai risultati materiali e di status che possono provenire dal suo lavoro, ma si sente realizzato solo nel momento in cui si accorge che può influenzare gli altri e, in questo modo, affermare sé stesso.

Convincere gli altri che le nostre idee sono le migliori e portano verso il successo non è affatto facile, soprattutto se ci si trova a lavorare in un’azienda importante, circondati da altri manager molto competenti e agguerriti. Chi aspira alla leadership, però, trova il modo di imporre le proprie idee. Il manager di successo, quindi, è colui che riconosce la professionalità di chi lo circonda, ma che riconosce anche la propria capacità di ragionare in modo alternativo rispetto alle persone il cui pensiero si trova intrappolato in schemi e preconcetti. Questo professionista, che deve essere un professionista anche nel tatto e nella classe, può convincere i suoi colleghi e collaboratori dell’efficacia manageriale delle sue proposte e confermarsi così come persona di successo. Leader e manager non sono due profili che coincidono sempre. Ci sono leader che non sono manager e manager che non aspirano alla leadership. I primi sono coloro che influenzano gli altri con il loro modo di pensare e possono imporre una disciplina ed esercitare un comando nei confronti delle persone che li circondano. I manager, invece, raggiungono obiettivi utili a tanti attraverso lo sfruttamento di risorse esterne e del loro personale contributo. Quando le qualità di uno e dell’altro profilo si incontrano in una sola persona abbiamo il manager di successo, colui che è in grado di vivere una vita di notorietà e di continue vittorie all’interno di un’unico ambito che include il suo “io professionale” e, insieme, il suo “io privato”.

Questi professionisti, infatti, sono considerati tali soprattutto perché la loro competenza e il loro modo di ragionare è insito nella loro persona e non è un comportamento o un modo di fare che essi assumono solo durante l’orario di lavoro. È, inoltre, fondamentale per delle figure di successo di questo tipo un riconoscimento delle responsabilità come proprie, ovvero l’assunzione in prima persona del rischio del fallimento. Con la dichiarazione di responsabilità il manager di successo è in grado di esercitare un forte ascendente su chi lo circonda, perché si dimostra capace di affrontare le vittorie legare alle sue idee, ma anche gli eventuali fallimenti.

Nell’agire in questo modo il professionista si sente realizzato e alimenta la fiducia in sé che a sua volta è il motore della fede che hanno gli altri nelle sue capacità. La mediocrità delle idee senza creatività né innovazione blocca un manager nella sua posizione di figura competente ma non indispensabile, in grado di consigliare, ma non di decidere. Quando il manager, invece, fa di sé una persona propositiva, creativa, tenace, coraggiosa e vitale, quando fa proprie le aspirazioni di un leader, allora diventa un manager di successo e vede riconosciuto ogni giorno nell’ammirazione o nell’invidia di chi lo circonda lo sforzo che l’ha portato alla notorietà.