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Flessibilità manageriale

Ogni professione prevede uno “stile”.

Non è difficile intuire la differenza tra lo stile di una maestra d’asilo e quello di un banchiere, giusto per fare un esempio. Anche il manager ha il suo stile, cioè il suo modo di comportarsi come un manager nelle occasioni pubbliche che prevedono l’interazione con altre persone. Questo stile prevede una grande capacità di valutare le diverse situazioni e di scindere i propri bisogni individuali da quelli della propria azienda, dei clienti, dei colleghi o della società.

Un manager, infatti, deve sapere valutare di volta in volta quali sono i valori determinanti in una scelta e, nel caso ce ne fosse bisogno, mettere da parte i propri valori e prendere una decisione fondamentale per il bene della sua azienda. Potremmo definire questo comportamento “stile di comando”, dove il comando è inteso anche su sé stessi e sulla propria personalità quando questa può essere di impedimento per una scelta importante. Chiaramente nella sua vita privata il manager può seguire alla lettera i suoi principi e dimenticare quel bisogno di flettersi in base alle diverse situazioni che deve seguire mentre lavora.

Quando, però, veste i panni del manager, se vuole avere successo ed essere riconosciuto (o riconosciuta) per le sue qualità deve seguire i principi dello stile manageriale. Lo stile, come si è detto, appartiene a ogni professione. Un esempio molto semplice e concreto è rappresentato dalle cravatte: quale banchiere si presenterebbe sul luogo di lavoro senza la cravatta? La risposta ovviamente è: nessuno.

Dato che è difficile immaginare che tutti i banchieri abbiamo una passione smodata per le cravatte, questo esempio indica che esiste uno stile proprio della professione del banchiere e che questo stile si palesa anche in dettagli semplici come il fatto di portare sempre la cravatta. Il manager deve affrontare la realtà che la sua professione non ha uno stile con delle regole precise e chiare come quella della cravatta valida per i banchieri. Lo stile, nella professione del manager, consiste proprio nella flessibilità necessaria per prendere decisioni diverse in situazioni di volta in volta diverse.

Anche la leadership, fondamentale caratteristica che il manager deve fare propria, non ha un unico aspetto e, all’interno della sfera manageriale, deve essere una caratteristica flessibile. Gli studiosi hanno, infatti, individuato diverse tipologie di leadership tra le quali i manager devono destreggiarsi in base alla situazione che si trovano davanti. Le tipologie di leadership sono: autoritaria, paternalistica, partecipativa, tecnocratica, burocratica, permissiva e democratica. Non esiste uno stile vincente in assoluto, esiste uno stile adatto alla situazione. Mentre in altri ambiti è più facile stabilire quali sono le linee decisionali, per il manager vi è una flessibilità praticamente completa. Per riprendere l’esempio delle banche: sembra che lo stile di leadership più efficace nell’ambiente bancario sia quello autoritario. Per la professione del manager non si possono fare gli stessi ragionamenti.

Le linee guida da seguire in questo caso si basano su ragionamenti logici e razionali. La professione del manager si situa all’interno di un contesto altamente competitivo. Ammesso ciò, è difficile pensare che una leadership di tipo democratico trovi applicazione in modo frequente all’interno di questo tipo di ambito. Quindi, quando il manager si troverà di fronte a delle scelte di stile dovrà valutare una leadership di questo tipo come ultima e poco probabile scelta senza, però, mai escluderla, perché, è bene ricordarlo, la flessibilità mentale e di scelta del manager deve essere la sua prima qualità.

Grazie al suo stile e alle decisioni che prende il manager svilupperà la sua “notorietà” all’interno sia della sua azienda sia del panorama nel quale si muore e lavora. Essere visibili nel proprio ambito significa essere presenti, esistere, essere riconosciuti e non c’è aspirazione più grande, in ogni professione, del riconoscimento del nostro lavoro. Ogni manager deve, quindi, lavorare sul suo stile per raggiungere il più alto grado di professionalità e per muoversi nel suo ambiente non come un invisibile, ma come un professionista di successo.