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Divertirsi per lavorare meglio

Divertirsi è una pratica fondamentale nella vita di ogni persona.

Il manager, così come qualunque professionista, per quanto conduca una vita frenetica e piena di impegni deve trovare dei momenti durante i quali divertirsi e rilassarsi di modo da raggiungere un equilibrio mentale e fisico che coinvolga tutti gli ambiti della sua vita. Deve, cioè, passare del tempo compiendo azioni che hanno come fine solamente il suo benessere. Il divertimento puro e utile allo spirito è quello che non ha alcun fine economico o pratico, quello che è fine solo a sé stesso. La necessità del divertimento come elemento integrante delle attività quotidiane di una persona si palesa nel bisogno dei bambini di giocare e quindi di divertirsi.

Quando un bambino non gioca è perché c’è qualche problema, come sanno bene i pediatri e gli psicologi. Forse è ammalato, forse ha problemi a relazionarsi con gli altri bambini, forse non sta bene dov’è, comunque il fatto che non sappia divertirsi è evidente indice di un problema di fondo. Lo stesso vale per gli adulti: un uomo o una donna incapaci di trovare qualche ora di benessere in un’attività dilettevole avranno problemi nel trovare una serenità e un equilibrio che rendano armoniose tutte le sfere della loro esistenza. Il divertimento, però, per essere tale non deve essere percepito come un obbligo. Molti pensano, erroneamente, di potere “fare colpo” sul loro capo scegliendo, come lui, una meta esotica per delle vacanze che in realtà non risultano né rilassanti né divertenti. Altri investono tutte le loro risorse finanziare nell’acquisto di uno status simbol quale, per esempio, la barca a vela, solamente per dire di possederne una, ma senza mai godere davvero dei benefici che l’attività della vela porta. Nonostante sia ben noto che per il manager l’immagine è fondamentale, è anche chiaro che sforzarsi di esibire un’immagine conformata ai modelli più diffusi risulta poco originale e decisamente poco di classe. Questo vale per ogni tipo di divertimento: dallo sport alle cene con gli amici, dalle serate importanti ai week end di festa. Non è necessario andare in un certo tipo di ristorante e ordinare quello che ci si aspetta che un manager ordini durante una serata di divertimento e relax.

Un comportamento di questo tipo è deleterio in due direzioni, nel senso che nuoce all’immagine del manager, quindi verso l’esterno, perché dimostra solo la sua capacità di conformarsi a dei modelli e nuoce anche verso l’interno, ovvero il risultato è che chi si comporta così non si diverte affatto. Sia chiaro, chi si diverte all’interno dei parametri comunemente immaginati per il divertimento di un certo tipo di categoria sociale deve assolutamente continuare nella stessa direzione, perché l’autenticità del divertimento viene facilmente percepita dall’esterno e chi si diverte, in qualunque modo si diverta, trasmette un senso di equilibrio e serenità.

Non devono esserci pregiudizi sul divertimento. Un manager non sarà giudicato una persona incompetente se, anziché cenare in un ristorante di lusso, preferirà passare una serata in un tranquillo agriturismo in collina. Ogni tipo di sano divertimento è utile al benessere della persona che ne gode, che sia costoso o economico, che sia durevole o solo una passione momentanea. Il divertimento più adatto a ciascuno è quello ricostituente, quello durante il quale ci si dimentica degli affari, dei problemi e del lavoro e si gode di un’attività senza alcun fine.

Che sia una partita di calcio guardata dalla tribuna o un film in bianco e nero guardato dal divano di casa, una corsa nel parco oppure una partita a biliardo, una gita fuori porta o una serata in discoteca: tutti i divertimenti sono concessi se vissuti con il cuore leggero e la mente libera. Il divertimento poi, si sa, è come un organo che si mantiene grazie all’uso. Essere allegri, sorridere e divertirsi devono, quindi, rientrare nelle necessità quotidiane di ogni persona, compreso il manager (o la manager) che trova difficile uscire da un’ottica lavorativa per godere del benessere che deriva da un’attività ricreativa.