L’aspettativa consiste in un periodo di astensione dal lavoro, retribuito o meno, che può essere richiesto, secondo determinate modalità e in determinate situazioni, dal lavoratore dipendente al proprio datore di lavoro.
Si tratta solitamente di un periodo di astensione non retribuita, che in alcuni particolari casi può invece essere pagata.
L’aspettativa è prevista dalla legge e rientra in molti contratti collettivi del lavoro.
Aspettativa: obblighi e vantaggi
L’aspettativa è prevista dalla Legge n.53 dell’8 marzo 2000, all’interno della quale è chiara la finalità dell’aspettativa stessa. Questo periodo di interruzione dal lavoro ha l’obiettivo di promuovere un giusto equilibrio tra lavoro e cura della persona, incentrando su motivi personali e famigliari la possibilità di richiedere e ottenere questo periodo di interruzione dal lavoro.
Uno dei fondamentali vantaggi dell’aspettativa è il fatto che si può ottenerla senza rischiare di perdere il lavoro, di vedersi ridurre lo stipendio o cambiata la mansione nel momento del proprio ritorno. L’aspettativa non può essere però richiesta in qualsiasi situazione e senza ragioni reali che ne giustificano la richiesta stessa. Questo periodo di interruzione può essere anche non concesso dal datore di lavoro, purchè giustifichi il motivo del diniego.
Durata e motivazione dell’aspettativa
L’aspettativa ha una durata fissata per legge: massimo due anni nell’arco della vita lavorativa. La stessa può essere richiesta anche non in modo continuativo, e per periodi che sono frazioni della durata massima ogni nuova richiesta deve però essere ugualmente giustificata e deve ricevere l’approvazione del datore di lavoro.
La legge fissa delle precise motivazioni per cui tale richiesta può essere inoltrata. In particolare per poter richiedere l’aspettativa il lavoratore deve trovarsi in una di questa situazioni:
- si trova ad affrontare situazioni familiari o personali piuttosto complesse, che impediscono il normale svolgimento del lavoro. Queste situazioni devono essere documentate;
- deve assistere un famigliare malato o con handicap;
- si deve sottoporre ad un periodo di riabilitazione a seguito di tossicodipendenza provata e documentata;
- vuole ricongiungersi con il coniuge residente all’estero. Questa possibilità è riservata ai soli dipendenti pubblici i cui coniugi, ugualmente dipendenti pubblici, risiedono in una città estera e non è possibile il trasferimento;
- il dipendente vuole frequentare uno o più corsi di formazione;
- il lavoratore vuole seguire corsi di studio riconosciuti, quali ad esempio laurea, diploma, qualifica professionale;
- il lavoratore vuole collaborare con un’associazione di volontariato. Il periodo di aspettativa per questo motivo non può durare più di trenta giorni lavorativi consecutivi e di novanta giorni nell’arco dell’anno;
- il lavoratore deve ricoprire una carica pubblica elettiva;
- il lavoratore sta per avviare un’attività in proprio (aspettativa disponibile solo per i dipendenti pubblici);
- il lavoratore intraprende un nuovo lavoro (aspettativa che può essere richiesta solo per lavoratori privati).
Qualsiasi sia la motivazione, il lavoratore deve presentare documentazione idonea al proprio datore di lavoro, per giustificare la richiesta.
Aspettativa per motivi familiari gravi
Una delle motivazioni per cui è possibile richiedere l’aspettativa non retribuita è il ritrovarsi in situazioni familiari gravi. Si tratta di una delle più frequenti motivazioni di richiesta di aspettativa che viene presentata dal lavoratore. Per questo motivo è però necessario comprendere nel migliore dei modi quando una situazione familiare critica può essere ritenuta grave e può quindi sussistere la richiesta di aspettativa.
Per prima cosa è necessario identificare con precisione quali familiari rientrano nell’area che permettono la richiesta di aspettativa. Nello specifico per familiari si intendono il coniuge, il partner di unioni civili, i figli, i genitori, i fratelli o sorelle e i suoceri. Per i parenti ed affini fino al terzo grado è possibile richiedere questa specifica aspettativa solo quando questi ultimi siano portatori di gravi handicap.
Nella fattispecie, individuato i soggetti che possono consentire la richiesta di aspettativa, per situazione grave si intende il sorgere di particolari esigenze a seguito di decesso di familiare rientranti tra quelli sopra elencati, o la necessità di assistenza a seguito di gravi incidenti o patologie.
Rientrano però nelle situazioni gravi familiari anche la presenza di gravi patologie o la riduzione temporaneo o definitiva dell’autonomia da parte di un familiare, che può quindi portare alla conseguente richiesta dell’aspettativa per assistenza.
Aspettativa retribuita: quando è possibile ottenerla
Solitamente l’aspettativa non è retribuita; ma esistono dei particolari casi in cui questo periodo di astensione dal lavoro viene pagato.
È possibile elencare in modo preciso i casi per cui si ottiene la retribuzione dell’aspettativa.
- Assistenza di familiari disabili. Nel caso di aspettativa richiesta ed ottenuta per assistere familiari con una disabilità grave, è possibile ottenere, come previsto dalla legge, un cong
edo straordinario di massimo due anni (nell’arco della vita lavorativa) che dovrà essere retribuito. Questo significa che il lavoratore ottiene oltre allo stipendio anche i contributi figurativi. Nel caso di due genitori con figlio disabile, l’aspettativa di massimo due anni potrà essere richiesta da un solo genitore.
- Congedo matrimoniale. Il permesso di 15 giorni a seguito di matrimonio, che viene comunemente chiamato congedo matrimoniale, secondo la legge rientra in tutto e per tutto nella categoria di aspettativa dal lavoro. Ha una durata di 15 giorni consecutivi, e può essere richiesto anche non subito dopo le nozze. Tali giorni però devono essere usufruiti in modo continuativo.
- Nel caso in cui si richiede l’aspettativa per volontariato e tale volontariato viene svolto a favore di associazioni facente parti dell’Agenzia di protezione civile.
- Aspettativa per dottorato di ricerca. Questa tipologia di aspettativa, solo nel caso in cui si è dipendente pubblici, dovrà essere retribuita, ma purché il dottorando non risulti essere beneficiario di borse di studio.
Pe ottenere il pagamento dell’aspettativa, oltre a dover rientrare in uno dei casi sopra elencati, è ovviamente necessario provare con documentazione le proprie richieste.
Come richiedere l’aspettativa
La richiesta dell’aspettativa non deve essere fatta all’INPS, ma deve essere fatta direttamente al proprio datore di lavoro. La richiesta dovrà essere eseguita in forma scritta e, quando presente, utilizzando l’apposito modulo messo a disposizione dall’ufficio del personale.
La risposta del datore di lavoro dovrà necessariamente essere sempre in forma scritta. In caso di diniego questo deve essere motivato, sempre in forma scritta.
È inoltre molto importante sapere che l’aspettativa può essere revocata per ragioni di servizio, che devono essere comprovate dal datore di lavoro, o se il motivo per cui è stata concessa non sussiste più.